Ten. Cpl Art. Pe. Sergio Benedetto
Sabetta
Nell’attuale fase storica dove dalla globalizzazione informe dei principi
e valori schiacciati sull’unico valore economico si è passati ad una
conflittualità globale nella ricerca di una nuova suddivisione di aree di
influenza e rideterminazione di scale di potere a valori, nasce la necessità
della cura del sé quale conoscenza dell’Io premessa per una ricerca di
autonomia dalla globalizzazione desertificante (Habermas).
La libertà
di ricerca o di pensiero è nel mondo occidentale di fatto direzionata dalla
logica di mercato, se non nella ricerca, a posteriore nella sua divulgazione da
parte dei media secondo tesi di parte, ma anche i progetti culturali e il
finanziamento che ne consegue vengono ad influire, in molti casi anche secondo
criteri ideologici.
Già i Greci
individuarono due tipi di verità, innanzitutto il Logos, ossia la verità nel pubblico, e successivamente attraverso
l’insegnamento di Socrate il Bios, la
verità nel privato ovvero la conoscenza del “sé”.
Tuttavia,
come in tutto l’agire umano, vi è una possibile doppia lettura, la parresia o
libertà di parola può in democrazia essere pervertita in una forma di
“demagogia”, se non “insolenza”.
Nel mondo
greco l’accesso alla verità risiede nel possesso delle qualità morali e nel
dovere comunicare la verità, nell’età moderna in Cartesio vi è il dubbio e la
verità risiede nella sua evidenza, dove opinione e verità coincidono.
La verità
non risiede per il “parresiastes” nel
discorso lungo e retorico, bensì nel
dialogo aperto, questo tuttavia comporta nel dire la verità un rischio o
pericolo nell’irritare l’interlocutore, la parresia è quindi legata al coraggio
nell’essere esercitata dal “basso” verso
“l’alto”, ovvero del potere di “uno” o della “maggioranza”, essendo la
“parresia democratica” differente dalla “parresia monarchica”, dove vi è un
dovere da parte del consigliere del sovrano di dire la verità.
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Per Platone il pericolo della
parresia risiede non tanto nella presa di potere da parte di un demagogo, bensì
nella mancanza di uno stile di vita comune, ossia di alcuni valori di vita
fondamentali da condividere, che creano unità.
Se la
libertà di dire (logos) corrisponde
alla libertà di fare (bios), questa
per Demostene non è solo un diritto o privilegio ma risulta nei fatti essere
una attitudine personale, che in Aristotele diviene una qualità etico-morale.
La parresia,
quale verità, si pone anche nel rapporto tra logos (discorso) e nomos
(legge), in cui Platone individua la parresia politica nel rapporto “logos, verità, nomos”, mentre la
parresia etica risiede nel rapporto “logos,
verità, bios”, òa parresia deve quindi superare il puro concetto per
diventare una pratica.
Mentre
Plutarco pone il problema dell’autoinganno, Socrate quello della conoscenza di
se stessi, entrambi legati alla risolutezza nei propositi, passando dal dire la
verità agli altri al dire la verità a se stessi, temi tra loro legati.
“Noi siamo gli adulatori di noi stessi” (89,
M.Foucault), per questo abbiamo bisogno
del “parresiastes”, ma chi può
essere questi se non colui che è in un
rapporto armonico tra le parole (logoi)
e le sue azioni (erga), solo in
questa possibilità di resoconto vi è la conferma del ruolo di esaminatore (basanos) della vita altrui, superando la
distanza tra discorso e pensiero propria dei sofisti.
Nascono due
interrogativi, come stabilire se un’affermazione è vera, qual è l’importanza di
dire la verità e di conoscere la verità, sia per l’individuo che per la
società.
Diogene dice
ad Alessandro “ So che sei stato offeso e
so anche che sei libero. Tu hai sia la capacità che la legittimazione giuridica
per uccidermi. Ma sarai abbastanza coraggioso da ascoltare dalla mia bocca la
verità, o sei così codardo da dovermi uccidere?”. “Ebbene, puoi uccidermi, ma
se lo fai nessun altro ti dirà la verità”. (85, M. Foucault)
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BIBLIOGRAFIA
·
AA.VV.,
Vero o falso. L’uso politico della storia, a cura di Marina Caffiero e M.
Micaela Procaccia, Donzelli Ed. 2008;
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Foucault
M., Discorso e verità nella Grecia antica, Donzelli Ed. 2005;
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Hadot
P., Esercizi spirituali e filosofia antica, Einaudi 1988;
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Jaeger
W., Paideia. La formazione dell’uomo greco, La Nuova Italia, 1978.