mercoledì 26 aprile 2017
USA: chi guida Gli Stati Uniti. Sono ancora alleati ed amici?
Evoluzione della Politica Statunitense
In un ultimo numero de "L'internazionale" (21-27 aprile 2017),
in una vignetta di ultima pagina,
si vede Waldimir Putin che, in una sala operativa,
si rivolge ad un generale,
parlando di Donald Trump.
"Doveva essere un utile idiota, non un imprevedibile imbecille".
Gli Stati Uniti sono ancora, per gli Stati occidentali, alleati o amici?
E' ormai tempo più che maturo che i decisori e le opinioni pubbliche dei vari Stati occidentali prendano atto che gli Stati Uniti non sono più gli Stati Uniti.
A partire dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, il Presidente degli Stati Uniti era considerato dai Paesi alleati, amici e simpatizzanti e, in genere, dal mondo occidentale, il "leader del mondo libero".
A Febbraio del 19145 a Yalta, vi era stato il passaggio di consegne per questo ruolo tra Churchill, e Roosewelt, dopo che gli Stati Europei si sono suicidati con la prima e la seconda guerra mondiale. La Francia, sconfitta nel 1940, la Gran Bretagna, diseredata nonostante la vittoria del 1945, la Germania ridotta in polvere, l'Italia nemmeno da prendere in considerazione, vedevano nel Presidente Usa il garante dei valori che si volevano portare alla base del nuovo ordine mondiale che la vittoria sul nazismo imponeva.
Valori che si individuavano nella democrazia, il libero mercato, il rispetto della persona. Valori che venivano contrapposti al nuovo nemico, l'ex alleato, la URSS comunista di Stalin e poi dei suoi successori, che ovviamente viveva e proponeva un diverso modello di società e quindi di ordine mondiale.
La contrapposizione bipolare, la Guerra Fredda avevano poi incardinato tutto questo fino al crollo della URSS.
Siamo entrati con la caduta del Muro di Berlino nel Nuovo Ordine Unipolare, in cui ancora il ruolo affidato al Presidente degli Stati Uniti era quello del periodo bipolare, che si era svilupparono in una sorta di Stati Uniti- Gendarme del Mondo in cui Waschington veniva chiamata a risolvere le questioni sul tappeto.
Un ruolo guida, di riferimento, in cui noi alleati, amici e simpatizzanti vedevamo nel Presidente degli Stati Uniti.
Questo ruolo con il nuovo Presidente, per come Donald Trump interpreta il suo mandato, è tramontato e così per tutti quegli Americani che lo hanno eletto.
Qui non è in gioco solo Donald Trump, che già in molte occasioni viene definito come la vignetta dell'Internazionale, frutto di una sbandata elettorale; qui è in gioco il fatto che, volenti o nolenti, gli Stati Liberi, occidentali, democratici e quant'altro, gli Europei, sopratutto, non hanno più un capo di riferimento, perchè il capo ha abdicato da questo ruolo.
Ovvero ogni Stato occidentale non ha più alleati, non ha più amici non ha più simpatizzanti e deve iniziare a guardarsi intorno.
Donald Trump ha parlato chiaro: America First, che significa che vuole difendere soltanto gli interessi americani. Sia in campagna elettorale, sia nei primi mesi di Presidenza, Donald Trump non ha mai promesso di difendere gli interessi politici ed economic del "mondo libero". A questo , come corollario, seguire che non vuole dare patnerschip ai Paesi che condividono i valori liberali dell'Occidente.
Nella visione del Presidente Americano gli Stati Uniti non hanno nè alleati, nè nemici assoluti, ma solo rivali nella lotta per il dominio economico e politico"
Ovviamente tutto questo è stato uno shock per i Paesi cosiddetti Atlantici. Sorpresa o non sorpresa, la realtà è questa. Ci si deve guardare intorno ed al momento l'unica cosa che si vede è l'Europa. Altrimenti, che altro?
Per l'Italia, la bella addormentata che si considera al centro del mondo e convinta che tutti siano pronti a soccorrerla in caso di necessità e bisogno perchè abbiamo la pizza, il cielo e il mare blu e le opere d'arte, è tempo di pensare che non sono più i tempi in cui De Gaspari andava a Waschington e tornava con una valigiata di dollari; è tempo di pensare e forse che sono i finiti tempi di bere Coca Cola ma di ritornare al buon bicchiere di vino dei nostri genitori e nonni, in cui la vera prospettiva è quella europea.
Massimo Coltrinari
geografia2013@libero.it
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