Disordini in Perù L’ex presidente del Perù Pedro Castillo è stato destituito in quanto accusato di aver provato a sciogliere il parlamento e quindi tentare un golpe; al suo posto è subentrata la sua vice, Dina Boluarte. Tuttavia, tale evento ha portato a degli scontri tra i sostenitori di Castillo e le forze dell’ordine, in particolar modo nelle regioni più povere e rurali, confluite poi nella capitale Lima, provocando diversi morti e feriti. Si tratta di proteste contro il governo da parte di persone provenienti dalle zone rurali, di origine indigena e contadina, che sentono il divario economico sociale con la classe politica e benestante del loro Paese. I manifestanti chiedono la scarcerazione di Castillo e che Boluarte si dimetta, procedendo quindi a delle nuove elezioni.
Assalto in Brasile Due anni dopo l’assalto al Capitol Hill, sede del Congresso degli Stati Uniti, è accaduto un episodio altrettanto preoccupante e simile in Brasile, un vero e proprio attentato alla democrazia: un gruppo costituito da migliaia di manifestanti, sostenitori dell’ex presidente Jair Bolsonaro, hanno assalito alcuni edifici istituzionali compiendo gravi atti di vandalismo a Brasilia in segno di protesta contro la vittoria delle elezioni da parte di Luiz Inacio Lula da Silva, il quale a partire dal primo gennaio 2023 è il nuovo presidente del Brasile. Si sospetta che dietro queste manifestazioni violente si nasconda proprio Bolsonaro, il quale attualmente si trova negli Stati Uniti d’America: risulta essere, infatti, tra gli indagati; inoltre, è stato arrestato il suo ex ministro della giustizia, Anderson Torres, per le vicissitudini legate all’assalto assieme ad almeno un migliaio di persone.
Arresto figlio del Chapo Il giorno 06 gennaio 2023 è stato arrestato e rinchiuso in un carcere di massima sicurezza in Messico uno dei leader del cartello di Sinaloa, Ovidio Guzmán, figlio di Joaquín Guzmán Loera, conosciuto come “El Chapo”, uno dei più famosi e spietati narcotrafficanti messicani, il quale attualmente sta scontando la sua pena negli Stati Uniti d’America. La reazione delle organizzazioni criminali è stata violenta, tanto che le autorità sospeso alcune attività e hanno consigliato ai cittadini di rimanere all’interno delle proprie abitazioni per ragioni di sicurezza; l’operazione è stata definita un successo da parte dello Stato contro i cartelli della droga, affliggendo un duro colpo soprattutto a quello del Pacifico. Ad ogni modo, non si tratta del primo arresto di Ovidio Guzmán, soprannominato “El Ratón”: nel 2019 era stato fermato dalle forze dell’ordine, salvo poi essere stato rilasciato a causa delle minacce e rappresaglie ricevute.
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