Messico
Una parte dei repubblicani statunitensi,
capeggiata dal senatore Lindsey Graham, definiscono come narcoterroristi i
cartelli della droga messicani che da decenni operano nel territorio latino e
non solo, etichettando il Messico (e quindi il suo presidente, Andrés Manuel López
Obrador) un “narco-stato”. I repubblicani, a tal proposito, intendono
presentare un disegno di legge che consenta loro di chiamare i cartelli
messicani “organizzazioni terroristiche straniere” e pertanto poter agire di
conseguenza, dando potere all’esercito di intervenire in qualsiasi posto si
trovino.
Per tutta risposta, il presidente
messicano ha condannato la proposta degli statunitensi, considerandola
interventista, propagandistica e che viola la sovranità nazionale; in aggiunta,
ha criticato i vicini nordamericani per la loro mania di considerarsi il
governo del mondo, intervenendo anche militarmente negli altri stati.
Messico/Stati Uniti d’America
Uno dei motivi principali che spingono gli
Stati Uniti d’America a prendere sempre più misure contro i cartelli della
droga, in particolar modo quelli messicani, è la strage di morti che gli
stupefacenti stanno continuando a provocare. Proprio i signori della droga
messicani contrabbandano un antidolorifico molto potente, che fa parte della
categoria degli oppioidi sintetici, il Fentanyl, che può essere commerciato in
compresse, in polvere e liquido e il quale crea dipendenza; tale sostanza sta
provocando una vera e propria strage di morti, soprattutto negli USA: infatti,
il New York Times ha riportato che “nel 2021 sono stati registrati 107.622
decessi per uso di droghe, di cui il 66% legati al Fentanyl”. I principali
fornitori di tale sostanza sembrerebbero essere il Cartello di Sinaloa e quello
di Jalisco Nueva Generación.
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