martedì 21 maggio 2013
Colombia. Senza più radici e senza più dignità
Il dramma degli sfollati in Colombia
La Colombia é il Paese in cui si trova il maggior numero di "persone internamente dislocate", locuzione tecnica che identifica tutte le persone sfollate a causa di conflitti armati, violenze e violazioni dei diritti umani.
Un rapporto dell' Idmc aggiornato alla fine del 2012 ci descrive un mondo in cui 28,8 milioni di individui (2,4 milioni in più rispetto al 2011) sono costretti a migrazioni forzate all'interno del loro Paese.
In Colombia, nazione alle prese da decenni con la guerriglia delle Forze armate rivoluzionarie (Farc), vi sono tra i 4,9 e i 5,5 milioni di sfollati. L'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati stima che 9.690 famiglie (appartenenti per lo più a minoranze etniche quali afro-colombiani e indigeni) hanno abbandonato le loro case in 137 spostamenti di massa nel corso del 2012 poiché é proprio sui loro territori che hanno luogo la maggior parte degli scontri tra Esercito e guerriglieri.
Queste vittime avrebbero diritto a tutta una serie di misure assistenziali e alla restituzione delle terre, obiettivi difficili da raggiungere a causa della mancanza di risorse finanziarie.
Si pensi che il 94% delle "persone internamente dislocate" vive al di sotto della soglia di povertà e risulta difficile per loro persino il soddisfacimento di bisogni primari quali alloggio, sostentamento e servizi di base.
Queste vittime, scaraventate in contesti diversi e lontani, private dell'accesso all'assistenza, alla protezione e al risarcimento dei danni, stanno perdendo inesorabilmente la speranza di riconquistare una vita che possa definirsi dignitosa.
(Dott.ssa Maurizia Sii Onesto)
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