Stati Uniti e Giappone
Le manovre Dawn Blitz, riprese dal 2010, hanno lo scopo di riaddestrare i Marines ai loro compiti “core” dopo anni di operazioni di counterinsurgency tra Iraq e Afghanistan che poco hanno a che vedere con la preparazione alla lotta anfibia. L’edizione 2013 però, sarà ricordata per la partecipazione massiccia delle Forze d! i Autodifesa giapponesi che, per la prima volta e con l’aiuto statunitense, hanno pianificato ed eseguito, singolarmente e insieme ai Marines, operazioni di sbarco anfibio di reparti delle Forze Terrestri di Autodifesa dalle loro unità Hyuga (Destroyer portaelicotteri) e Shimokita (LST). Nel corso dello stesso evento i militari giapponesi hanno avuto la possibilità di testare i convertiplani MV-22 Ospreys da bordo delle proprie navi. Il contributo numerico giapponese all’esercitazione è stato dichiarato in 250 uomini delle Forze Terrestri di Autodifesa, accompagnati da tre navi della Forza di Autodifesa Marittima, le già citate Hyuga e Shimokita, scortate dal cacciatorpediniere lanciamissili Atago per un totale complessivo di 1000 militari. Sebbene le autorità americane abbiano dichiarato che lo scenario simulato non aveva alcun richiamo a situazioni attuali, la Cina ha ritenuto, qualche giorno prima dell’inizio delle manovre, di inoltrare una formale protesta diplo! matica al Giappone sostenendo che la situazione ipotizzata fosse troppo aderente alla disputa esistente tra i due Paesi per le Isole Senkaku/Diayou. Nel complesso, le attività come la Dawn Blitz, oltre agli indubbi benefici in termini di addestramento delle forze, servono agli USA a rinsaldare le alleanze nell’area del Pacifico. Non è un caso che, negli stessi giorni dell’esercitazione, le Filippine abbiano annunciato la loro intenzione di offrire un migliore e costante accesso ai propri porti non solo alle navi americane, ma anche a quelle giapponesi, al fine di cautelarsi da eventuali iniziative ostili da parte cinese.
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