Il rinnovato impegno degli Stati Uniti nella regione, era stato annunciato nelle scorse settimane dal Presidente Obama, che, dopo mesi di incertezze, aveva dichiarato la disponibilità degli Stai Uniti ad iniziare un piano di forniture militari per i ribelli siriani. Nonostante l’intenzione di Washington sia rafforzare la capacità militare degli uomini leali al Gen. Salim Idris, l’Amministrazione Obama si trova a dover affrontare il rischio che il flusso di armi tra le fila dell’opposizione siano intercettate dai gruppi salafiti vicini ad al-Qaeda, Jhabat al-Nusra su tutti.
sabato 6 luglio 2013
Stati Uniti: rafforzano la capacità militare di Giordania e Turchia
Siria
Il Generale dell’Esercito statunitense, Martin E. Dampsey, responsabile del Joint Chief of Staff, ha dichiarato, durante la conferenza stampa congiunta con il Segretario alla Difesa, Chuck Hagel, tenutasi al Pentagono il 26 giugno, che gli Stati Uniti stanno cercando di rafforzare la capacità militare dei propri partner, Giordania e Turchia, per scongiurare un possibile spill over delle violenze siriane. La presenza delle Forze statunitensi nella regione era stata confermata nei giorni scorsi dal Primo Ministro giordano, Abdullah Ensour, e dal Capo di Stato Maggiore della Difesa, Gen. Mashal al-Zabin, e consterebbe di circa 700 uomini rimasti sul territorio giordano al termine dell’esercitazione congiunta Eager Lion di inizio giugno. A questi, si deve aggiungere una componente aerea di F-16, sul cui numero non vi è certezza, anch’essi ricollocati in Giordania al termine dell’esercitazione. Sempre ad Amman, inoltre, dovrebbero cominciar! e ad arrivare nelle prossime settimane i primi rifornimenti di armi leggere e missili anticarro come parte del programma di addestramento a gruppi di combattenti che, dal territorio giordano, dovrebbero poi unirsi alle Forze dell’opposizione siriana nei combattimenti contro le Forze lealiste di Assad. Al training dovrebbe partecipare anche l’Arabia Saudita. Inoltre, durante il summit del G8 tenutosi a metà giugno, Washington aveva intavolato trattative con Londra e Parigi sulla possibilità di imporre una no fly-zone sulla Siria. Nelle ultime settimane, infatti, la diplomazia occidentale è stata sempre più attraversata dalle pressioni provenienti da Washington e, sembra, anche da Tel Aviv, per coinvolgere quanti più alleati possibili nella creazione di una no fly-zone sulla regione meridionale della Siria. Su questa iniziativa rimane l’atteggiamento assolutamente contrario della Russia, nonostante Mosca abbia ritirato il proprio personale militare dalla base di Tartu! s, sulle coste siriane.
Il rinnovato impegno degli Stati Uniti nella regione, era stato annunciato nelle scorse settimane dal Presidente Obama, che, dopo mesi di incertezze, aveva dichiarato la disponibilità degli Stai Uniti ad iniziare un piano di forniture militari per i ribelli siriani. Nonostante l’intenzione di Washington sia rafforzare la capacità militare degli uomini leali al Gen. Salim Idris, l’Amministrazione Obama si trova a dover affrontare il rischio che il flusso di armi tra le fila dell’opposizione siano intercettate dai gruppi salafiti vicini ad al-Qaeda, Jhabat al-Nusra su tutti.
Il rinnovato impegno degli Stati Uniti nella regione, era stato annunciato nelle scorse settimane dal Presidente Obama, che, dopo mesi di incertezze, aveva dichiarato la disponibilità degli Stai Uniti ad iniziare un piano di forniture militari per i ribelli siriani. Nonostante l’intenzione di Washington sia rafforzare la capacità militare degli uomini leali al Gen. Salim Idris, l’Amministrazione Obama si trova a dover affrontare il rischio che il flusso di armi tra le fila dell’opposizione siano intercettate dai gruppi salafiti vicini ad al-Qaeda, Jhabat al-Nusra su tutti.
(Fonte C.E.S.I. Wheekly 118) per contatti: geografia2013@libero.it
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