Elezioni in Brasile Europa assente dai programmi di Brasilia Carlo Cauti 02/10/2014 |
Le ragioni sono diverse: la dimensione continentale del Brasile - che tende a guardare più al suo interno che all’estero; il disinteresse dell’elettorato brasiliano - che non percepisce la politica internazionale come direttamente rilevante per la propria vita quotidiana e l’assenza di minacce dirette o di legami politici stretti, come alleanze o blocchi economici regionali (il Mercosur è una struttura estremamente più blanda rispetto all’Unione europea, Ue).
Ciò nonostante, nei programmi depositati dai tre principali candidati alla Presidenza che correranno domenica - l’attuale presidente Dilma Rousseff del Partido dos Trabalhadores (Pt), Marina Silva del Partido Socialista Brasileiro (Psb), e Aécio Neves del Partido da Social Democracia Brasileira (Psdb), sono indicate linee e proposte di politica estera.
Nonostante le differenze, si nota una certa coincidenza sulle questioni più importanti: Mercosur e l’integrazione regionale, i Brics e i rapporti con Usa e Cina.
Mercosur e integrazione regionale
L’integrazione regionale è sempre stata una priorità della politica estera di Rousseff e del Pt che ha puntato sulla cooperazione “sud-sud” e su “un ordine mondiale multipolare e meno asimmetrico”. Dilma punta a fare del Mercosur un’area di libero scambio che permetta “una maggiore integrazione tra popoli, con la creazione di una cittadinanza comune”.
Per Silva invece, “il Mercosur non ha realizzato correttamente il disegno originale per cui era stato creato, ossia costruire una modalità di regionalismo aperto. A parte un paio di accordi di libero scambio con mercati inespressivi è stato contrassegnato dall’immobilismo”.
Per la candidata dell’ultima ora del Psb - è infatti scesa in campo solo dopo la morte di Eduardo Campos - sarebbe necessario contrastare con decisione la stagnazione del Mercosur, puntando su negoziati con altri paesi e blocchi, in particolare con l’Alleanza del Pacifico e con l’Ue.
Sulla stessa linea Aécio Neves, per il quale “il Mercosul è in piena crisi di identità”, il processo di integrazione sudamericano andrebbe urgentemente riformato e “il Brasile dovrebbe “partecipare attivamente alla comunità internazionale negoziando con tutti i continenti”.
Brics
Roussef punta sulla continuità e l’approfondimento dei rapporti tra i Brics come polo di stabilizzazione dell’ordine mondiale soprattutto dopo la creazione, ad agosto, della nuova Banca di sviluppo.
Per Silva, esistono differenze nei programmi economici, politici, culturali e ambientali tra i paesi Brics, così come nella questione dei diritti umani e libertà civili. Neves sottolinea la mancanza un profilo univoco del blocco, elemento che potrebbe limare le divergenze e influenzare la capacità di coordinamento del gruppo.
Usa e spionaggio della Nsa
Tutti i principali candidati considerano gli Stati Uniti come il “partner indispensabile” del Brasile. In tutti i programmi elettorali alla voce “Rapporti con gli Usa” spiccano le parole “dialogo”, “collaborazione” e “cooperazione”. L’episodio dello spionaggio americano nei confronti di Roussef e di altri esponenti del governo ha provocato forti tensioni tra i due paesi, ma dopo un primo momento di gelo i rapporti sono tornati alla normalità.
Cina
Tutti i candidati, tuttavia, sono perfettamente coscienti dell’importanza fondamentale che il mercato cinese ha per l’economia del Brasile, essendo il primo partner commerciale e il principale compratore di commodities. Tuttavia, esistono differenze sul futuro dei rapporti sino-brasiliani.
Rousseff punta sulla continuità e l’approfondimento dei rapporti esistenti. Mentre per Silva e Neves molti aspetti andrebbero rivisti. Primo tra tutti la diversificazione nel paniere di prodotti scambiati tra i due paesi, che vede il Brasile esportatore principalmente di beni a basso valore aggiunto e importatore di manufatti cinesi.
Per Silva è inoltre necessario discutere sui tassi di cambio della valuta cinese, la quale è mantenuta artificialmente bassa, penalizzando l’economia brasiliana.
Unione europea
Nessuno dei candidati ha considerato i rapporti con l’Ue come una priorità del futuro governo. Le relazioni tra il Brasile e l’Europa sono ancora del tutto basate su rapporti bilaterali tra i vari paesi, mentre l’Ue è vista da Brasilia come una entità ininfluente, quasi astratta.
Nessun candidato, altresì, cita apertamente l’ambizione del Brasile ad un seggio permanente al Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Un obiettivo che rimane tra le stelle polari della strategia diplomatica brasiliana, ma di cui si parla solo nei corridoi della diplomazia. A dimostrazione che la politica estera in Brasile continuano a farla i diplomatici, non i politici.
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