Stati Uniti
L’USAF, infatti, non avrebbe intenzione di utilizzare l’ultima versione del Global Hawk, l’RQ-4B, oltre il 2014, poichè ritiene di poter soddisfare i relativi requisitivi operativi tramite l’uso di soluzioni maggiormente cost-effective, quali l’U-2 e altre non meglio precisate piattaforme al momento classificate. E’ quindi probabile che dietro alle recenti indiscrezioni circolate sulla stampa ci sia la volontà dell’Aeronautica di spingere il Congresso allo stanziamento di ulteriori fondi per il veloce complet! amento del programma RQ-180, ipotizzabile per il 2015.
Il design del drone dovrebbe presentare non solo una segnatura radar minore rispetto a F-117, F-22 e F-35, ma anche un’efficienza aerodinamica tale da consentire prestazioni superiori in termini di altitudine, raggio d’azione (2200 km) ed autonomia (24 ore, senza rifornimento). Il velivolo dovrebbe essere equipaggiato con radar AESA e capacità di sorveglianza elettronica passiva. Concepito all’interno della famiglia di sistemi Long Range Strike, l'RQ-180 dovrebbe essere utilizzato da USAF e CIA non solo per missioni ISR, ma anche per operazioni di guerra elettronica.
L'UAV sarebbe stato progettato, in particolare, per penetrare in maniera indisturbata gli spazi aerei di tipo “contested” e per operare, quindi, all’interno di scenari ben più impegnativi di quelli che vedono attualmente protagonisti Predator, Reaper e Global Hawk. Una caratteristica di importanza certamente strategica per il futuro d! elle Forze Armate USA, soprattutto in una fase di profondo riposizionamento strategico dall’area mediorientale a quella asiatica, in particolare verso Paesi come Iran, Cina e Corea del Nord.
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