lunedì 3 giugno 2013
Parametri III America Latina; Forza Lavoro in Agricoltura,Spesa Militare, Disastri Naturali,Indice di Sviluppo Umano,Crescita Demografica
1)
FORZA
LAVORO IN AGRICOLTURA - L’agricoltura sudamericana è caratterizzata e
condizionata dall’estrema concentrazione della proprietà, ereditata dal periodo
coloniale. L’1% dei proprietari terrieri dispone infatti di circa il 70% delle
terre coltivabili, spesso tenute incolte o destinate al pascolo. Il restante
30% delle terre è organizzato in fondi di minuscole dimensioni, coltivati da
famiglie contadine spesso poverissime. La scarsa produttività di questi fondi è
alla base del continuo abbandono delle campagne e del disordinato e problematico
sviluppo delle aree urbane.
2)
AIUTO
ESTERO - n.v.
3)
HIV/AIDS
- Il Brasile (anche l’America del sud soffre pesantemente per il problema
HIV-AIDS) ha già ottenuto una riduzione dei prezzi di 15 antiretrovirali nella
misura compresa fra il 10 e il 76%: le case farmaceutiche interessate sono la Roche , la Gilead Sciances
Inc. e la Abbott Laboratories.
4)
SPESA
MILITARE - In America del Sud la militarizzazione avanzi a passi da gigante. In
realtà il Venezuela, malgrado i nuovi acquisti, è al sesto posto (dietro
Brasile, Perù, Argentina, Cile e Colombia) nella classifica dei poteri militari
sudamericani elaborata da Military power review nel 2004 e l'America del Sud
resta una delle zone di minor tensione al mondo e che dedicano meno risorse
alle spese militari (il 1,5% del Pil, contro il 4% dell'Unione europea, il 3%
degli Stati uniti - il 47% delle spese miliari del pianeta - e il 12% del Medio
Oriente). Malgrado ciò, e per quanto possa apparire contraddittorio, è
possibile parlare di una crescente militarizzazione del continente e quattro
sono le principali cause: il Plan Colombia come punto emergente della strategia
regionale di Washington, che include la guerra al narcotraffico e alla
guerriglia e il controllo della biodiversità della regione andina dal Venezuela
alla Bolivia; le nuove forme che sta assumendo la guerra nell'epoca del
neoliberismo (la privatizzazione della guerra); il nuovo ruolo del Brasile nel
continente, unica nazione del Sud povero a possedere una autonoma strategia
militare; infine - quarto fattore - l'intento di contenere la protesta sociale
con la militarizzazione della società e la criminalizzazione dei movimenti
sociali da parte di ciascuna classe dominante nazionale, con l'appoggio di
Washington.
5)
DISASTRI
NATURALI - L’America del Sud – è una delle aree maggiormente soggette alle
catastrofi naturali. Scosse sismiche, frane, eruzioni vulcaniche, uragani sono
fenomeni frequenti. La variabilità climatica, che si manifesta con siccità,
inondazioni, forti venti risulta ancor più marcata per effetto del ricorrente
fenomeno « El Niño ». Le catastrofi naturali causano morte e distruzione in
tutta la regione.
Milioni di persone ne subiscono ripetutamente gli effetti a
livello umano e materiale e, in generale, sono proprio le popolazioni più sfavorite
quelle maggiormente colpite. La regione non è interessata soltanto da fenomeni
naturali di grandi dimensioni, come l’uragano Mitch (che, secondo la CEPAL , ha causato danni per
circa 8 miliardi di dollari), ma anche da una successione di disastri di media
e bassa entità che, complessivamente, provocano danni e disagi maggiori di
quelli conseguenti alle grandi catastrofi.
6)
ISOLAMENTO
GEOGRAFICO - n.v.
7)
INDICE
DI SVILUPPO UMANO - Tempo fa il PNL, cioè il prodotto nazionale lordo di un
paese, era l'unico parametro per stabilire se in un stato si viveva bene oppure
no . Questo è falso perché il benessere ha bisogno di altre condizioni. Prima
di tutto ci vuole la giustizia: infatti se la produzione aumenta ma la
ricchezza è mal distribuita, il benessere sarà solo per pochi. C'è bisogno poi
di solidarietà, perché da essa dipende lo sviluppo delle fasce più deboli
(disoccupati, anziani, invalidi…). Deve poi essere garantito il lavoro,
l'istruzione, la speranza di vita, la partecipazione,… Il benessere, dunque, prima
di essere ricchezza è tutto questo.Ogni tentativo di descrivere la realtà delle
nazioni basandosi sulle medie è fuorviante perché ci fa credere che al loro
interno tutti gli abitanti vivano nelle stesse condizioni. In altre parole, le
medie nascondono le differenze. Prendiamo come esempio il Brasile: il reddito
pro-capite di questo paese è di 4951 dollari, ma al suo interno ci sono 34
milioni di poverissimi. In effetti se diamo qualche sguardo a come è
distribuita la ricchezza in Brasile scopriamo che nel 1989 il 50% della
popolazione (75 milioni di persone) godeva solo del 3,5% del reddito nazionale,
mentre il 10% più ricco (15 milioni di persone) si appropriava del 53% della
ricchezza nazionale. In effetti se vogliamo capire perché nel Sud del mondo c'è
tanta povertà dobbiamo smettere di studiare le nazioni come realtà compatte.
Scopriremo che le nazioni, sia quelle del Nord che quelle del Sud, sono tutte
governate da ristretti gruppi che mirano solo ad arricchire se stessi.
8)
POPOLAZIONE,
CRESCITA DEMOGRAFICA - Nonostante la vastità del territorio, l’America
meridionale conta appena 380 milioni di abitanti. La popolazione sudamericana
si è andata costituendo lungo tutto il periodo della colonizzazione e nel
secolo seguito all’indipendenza attraverso una serie di migrazioni, provenienti
soprattutto dalla penisola iberica e dall’Africa. Infatti la popolazione
autoctona, decimata dalle guerre di conquista e dalle malattie portate dagli
europei, venne rimpiazzata da coloni spagnoli e portoghesi e da schiavi
africani, ai quali si aggiunsero, a partire dalla fine del XIX secolo,
italiani, tedeschi, slavi e altri europei. La preminenza delle lingue spagnola
e portoghese e della religione cattolica, importate dalla penisola iberica,
sono alla base dell’altra denominazione di America latina che il Sudamerica
condivide con l’America centrale e caraibica, distinguendosi dalla parte
settentrionale caratterizzata inizialmente da un popolamento di matrice
anglosassone e francese. Le ondate migratorie più cospicue si ebbero nei primi
decenni del XX secolo. Dal 1930 il flusso migratorio europeo si ridusse, mentre
assunsero rilievo gli spostamenti dalle regioni interne e rurali alle città e
alle regioni costiere. Benché la densità media sia di 22 abitanti per km², la
popolazione sudamericana è oggi concentrata negli agglomerati urbani (79% della
popolazione) e la metà dei paesi presenta una densità demografica inferiore ai
20 abitanti per km². Poco meno del 50% della popolazione vive in Brasile; oltre
un quinto risiede in Colombia, Venezuela ed Ecuador. L’incremento demografico
naturale e le migrazioni dalle aree periferiche hanno determinato una crescita
della popolazione urbana superiore al 4% annuo. In Argentina, Cile e Uruguay,
il tasso di crescita demografica urbana è rallentato, ma nelle regioni centrali
e settentrionali le città continuano ad attrarre centinaia di migliaia di
persone ogni anno.
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